Il Sogno di Marisa

Tra il mare e i monti Sibillini, dentro le colline, in una delle valli più suggestive del Piceno. Terreni messi a vite e a ulivi, alberi da frutto e campi di grano e girasoli tutto intorno. Il paese raccolto a giro ai piedi della torre esagonale, lì da più di mille anni. Le stagioni sono scandite dalla natura, prima che dal calendario, e il silenzio è una voce di sottofondo.Gli altri villaggi come punti cardinali che lo sguardo tiene insieme. E’ ancora un paese innocente, Monteleone di Fermo. La casa dà sulla piccola piazza. Due ingressi affiancati, la prima stanza piena di libri, per leggere, ascoltare musica, o fermarsi a parlare coi vicini. Più oltre il grande salone, la cucina a vista lungo l’intera parete, con la stufa parigina di inizio Novecento, accesa l’inverno per una minestra. Dalla parte opposta il camino. E le due finestre aperte sulla campagna di sotto, le colline davanti, i monti in fondo. Pochi scalini conducono al piano di sopra. Una grande stanza da letto matrimoniale con le finestre sulla piazzetta e il bagno a lato. Un’altra oltre il corridoio, e un’altra ancora, prima dell’altro bagno. Un vicolo a lato degli ingressi porta verso la cantina e in fondo ecco la legnaia, con gli altri libri e il pianoforte. Una porta a vetri e oltre il terrazzo, dove fermarsi ad osservare i tramonti, prima di cenare all’aperto, con i paesi intorno che brillano di luci e le stelle sopra che vorresti toccarle.